Recessione gengivale: cos’è, perché avviene e come si cura

recessione gengivale

A quanti di noi, mettendosi allo specchio nell’atto di lavarsi i denti, sarà capitato di notare un più o meno marcato arretramento della gengiva, come un ritirarsi della stessa dalla sede originaria verso la radice del dente?

Quello che ci colpisce è sicuramente il timore che questo “inestetismo”, se così è lecito definirlo, possa vedersi dall’esterno. Tuttavia, a ben vedere, il frangente estetico rappresenta solo il danno minore.

La recessione gengivale -è questo il termine tecnico che identifica il fenomeno- è una patologia vera e propria. Senza voler generare panico è necessario sapere che, se non curata con dei mirati trattamenti sui tessuti danneggiati, il problema in questione potrebbe concludersi con la perdita dei denti.

Il minimo che si possa fare in questi casi è, dunque, cercare di capire cosa può occasionare questo problema e come porvi rimedio. Procediamo dunque in tale senso con ordine.

 

Recessione gengivale, le cause

Inutile dire che, un po’ come tutti i disturbi e le patologie, non è possibile identificare una sola causa della recessione gengivale, bensì una concorrenza di fattori, sia di carattere comportamentale che di natura genetica.

La prima e più frequente causa che incide su questo disturbo è sicuramente legata ad una trascurata o scorretta igiene orale. L’utilizzo di spazzolini a setole troppo dure, unitamente a cattive abitudini e gesti non corretti eseguiti all’atto di lavarsi i denti, sono sicuramente all’origine di questa condizione.

Sono davvero pochissimi coloro che hanno appreso, ancora meglio se sin dall’infanzia, a lavarsi denti in maniera corretta, con movimenti verticali e dal basso verso l’alto. L’abitudine radicata in noi tutti di lavarsi i denti spazzolandoli verticalmente traumatizza in maniera maggiore – ma non esclusiva ovviamente- proprio le zone più esposte al lavaggio, quelle che, cioè, si trovano più a diretto contatto con lo spazzolino: appunto le gengive.

Un altro fattore che può causare la recessione gengivale è rappresentato dall’incapacità di detergere a fondo le zone inter-prossimali, ossia le zone di parziale contatto tra i denti.

Tuttavia, c’è una buona notizia: come tutti i dentisti sottolineano, la recessione gengivale non rappresenta una condizione patologica che compare improvvisamente, ma si tratta piuttosto di un problema che emerge progressivamente, piano piano nel tempo, come conseguenza appunto di comportamenti scorretti.

Su questi fattori possiamo dunque intervenire fattivamente, sia provvedendo ad una buon igiene orale quotidiana, sia rivolgendoci con una certa regolarità a staff di dentisti professionisti ed esperti che mettano in atto cure e trattamenti ad hoc.

 

Recessione gengivale: come rimediare e quali cure apprestare

Premettiamo che la migliore e più efficace cura alla recessione gengivale è rappresentata dalla prevenzione. È importante effettuare costanti sedute di igiene orale eseguite negli studi dentistici tramite trattamenti di rimozione del tartaro e/o levigatura radicolare.

Nei casi in cui la patologia si stia già manifestando, ma sia ancora ad un stadio iniziale, la cura in assoluto più adeguata e risolutiva è quella indotta, che richiede cioè un intervento di chirurgia orale, consistente nella levigatura radicolare a cielo aperto.

Temporeggiare fino al sopraggiungere di dolorose condizioni di sanguinamento può essere molto pericoloso per la salute orale e rischia di comportare anche la necessità di intervenire con un complesso intervento odontoiatrico per procedere alla rimozione della dentatura.

Come ben si comprende, il problema più evidente della recessione gengivale, ossia la compromissione in termini di estetica, per quanto significativo e non trascurabile, rappresenta solo l’aspetto più tangibile di un problema potenzialmente più grave. Se, specie quando mangiamo cibi caldi o particolarmente freddi, avvertiamo un fastidio più o meno marcato, potremmo essere di fronte ad un principio di recessione gengivale.

Questo vuole essere un monito: non sottovalutiamo il problema. Ipersensibilità ai denti, infiammazione locale, sanguinamento lieve, piorrea: ecco solo alcuni dei primi sintomi di questa condizione la quale, se cronicizzata, può portare, anche allo spostamento o alla perdita dei denti.

L’alternativa a tutto ciò c’è…ed è quella di intervenire per tempo!

 


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